Origine dei passatelli: una storia di confine
Origine dei passatelli: Romagna o Marche?
Uno dei piatti tradizionali che più caratterizzano la cucina dell’Emilia Romagna, rendendola celebre e amata in tutta Italia e anche oltre confine, sono senza dubbio i passatelli. Forse un filo meno noti rispetto a tortellini e cappelletti, hanno anch’essi una storia affascinante, che affonda le sue radici nella cultura contadina. Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere sull’origine dei passatelli!
Pur essendo la storia dei passatelli poco chiara e documentata, sappiamo con certezza che questo primo trae origine dalle usanze contadine. Per prepararli, infatti, si utilizzano ingredienti di recupero, tipici della vita contadina: pane raffermo, uova, Parmigiano Reggiano (elemento che non manca mai nella cucina della nostra regione). Ma la Romagna non è l’unica regione a prepararli, i passatelli sono un piatto tradizionale anche delle Marche e in particolare delle province di Pesaro e Urbino.
Storia dei passatelli: Pellegrino Artusi e la sua ricetta
Citati nel ricettario del Pellegrino Artusi — “La scienza in cucina e l’arte del mangiar bene” — i passatelli probabilmente sono figli della cosiddetta “tardura” (o stracciatella), che consiste in una minestra di uova, formaggio e pangrattato, che si “straccia” nel brodo.
I passatelli hanno invece una forma ben definita e si preparano con qualche ingrediente in più. L’Artusi nel suo ricettario presenta dei passatelli preparati con “pangrattato, midollo di bue, Parmigiano Reggiano, odore di noce moscata o di scorza di limone, oppure dell’una e dell’altra insieme”. Oggi raramente si utilizza il midollo di bue, mentre gli altri ingredienti sono gli stessi. Alcuni aggiungono farina, un escamotage per “tenere” solido l’impasto quando non si ha il giusto pane a disposizione, ovvero il pane comune romagnolo.
Le arzdore e il ferro per passatelli
I passatelli nascono quindi in campagna, dove la regina del focolare, l’azdora, li preparava utilizzando uno particolare strumento, il cosiddetto ferro per i passatelli.
Come ci racconta l’Artusi, è questo attrezzo che dà il nome alla pasta:
Si chiamano passatelli perché prendono la forma loro speciale passando a forza dai buchi di un ferro fatto appositamente, poche essendo le famiglie in Romagna che non l’abbiano, per la ragione che questa minestra vi è tenuta in buon conto come, in generale, a cagione del clima, sono colà apprezzate tutte le minestre intrise colle uova delle quali si fa uso quasi quotidiano. Si possono passare anche dalla siringa
Oggi questo strumento è quasi scomparso, sostituito dal più pratico e comune schiacciapatate dai fori larghi, che consente di schiacciare i passatelli direttamente sulla pentola col brodo bollente.
Passatelli e tradizione pasquale
Nonostante la facile reperibilità degli ingredienti, i passatelli sono il piatto tradizionale della Pasqua in Romagna. In questa occasione si servono in brodo di cappone.
Tuttavia si possono gustare anche in versione asciutta, con condimenti a base di formaggio (come crema di parmigiano e tartufo), di verdure o di pesce (sono ottimi con le vongole).
Ora che conosci alla perfezione l’origine dei passatelli romagnoli, siamo certi che li apprezzerai ancora di più! Allora scopri più da vicino quelli prodotti da noi con tutta la maestria e l’amore di chi cucina con cuore e passione. Prova subito il nostro kit di passatelli con brodo di carne 🙂
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